Il dibattito che in questi giorni tiene banco in città, relativamente al futuro utilizzo del palazzo attualmente chiuso di proprietà Banca d’Italia, è soprattutto la conferma di come, mancando un progetto di sviluppo per il territorio, ogni occasione fortunata, e ne abbiamo avute tante, possa andare persa. Si fa strada, per esempio, la proposta di utilizzare la struttura come sede di una sala da gioco/ casinò.
Se da un lato quest’ipotesi risolve il problema della conduzione della struttura e delle finanze del Comune (ipotesi pero' non molto legata ai lavori di una commissione cultura) entrambi certamente non trascurabili, dall’altro appare evidente che i benefici economici derivanti da questo tipo di operazione sarebbero a vantaggio esclusivo dei gestori. Inoltre si rischierebbe di incentivare, in un momento di crisi economica, il gioco e le scommesse che spesso disastrano molte persone. In sintesi, oltre alla creazione di qualche posto di lavoro e alla reale possibilità che un casinò venga utilizzato anche per riciclo di denaro, non si intravedono ricadute positive in senso esteso. Comprendere ciò che un palazzo così bello e così ben posizionato (significativo l'intreccio e i collegamenti tra zona antica, moderna e contemporanea che esso rappresenta) debba diventare (in mancanza di un progetto di sviluppo del territorio, costruito in modo analitico, sfruttandone le potenzialità), è solo un esercizio di fantasia, perché poco cambia che sia casinò, scuola di restauro delle bambole o museo dei giochi tradizionali, se manca una rete di sinergie che lo giustifichi e lo supporti. Del resto, la città è già ricchissima di palazzi inutilizzati. Noi segnaliamo l'opportunità di coinvolgere l'assessorato regionale alla cooperazione tra i popoli, nonchè le confederazioni artigianali che potrebbero dedicare, previa costituzione di un consorzio acquirente, la struttura ai rapporti col Mediterraneo e alla esposizione delle eccellenze artistiche ed artigianali della Regione. Crediamo, dunque, che l'utilizzo dell'edificio (che pare essere in vendita) possa involgere arte, cultura, sede di rappresentanza e spazi di comunicazione e promozione turistica.
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