Che avvien? Che l'ha commossa?
Forse è il non domo Austriaco
Tornato alla riscossa?
O Dio che del suo popolo
Il duro giogo indegno,
Di Babilonia il regno,
Sperde nel suo furor? -
Tale speranza gli ospiti
Di Roma infiamma, intanto
Che l'italiano Tevere
Eco si fa del pianto
De' suoi fratelli, e queruli,
Qual per comune lutto,
Volgono al mare il flutto
L'Arno, il Sebeto e il Po.
E tal compianto, o povero
Mio Crati, al tuo risponde,
Or che le sante ceneri
Muovon da queste sponde :
Dove col blando murmure
Festi conforto, quando
Per vivere nefando ,
Ogni altro lor mancò..."
Bonaventura Zumbini |
La fucilazione dei Fratelli Bandiera nel 1844 |
Nel riassumere brevemente tutti gli spunti di riflessione venuti fuori del nostro incontro dello scorso 22 giugno (Risorgimento senza Sud o Sud senza memoria?) non possiamo che avvicinarci con umiltà alla grandezza di un tema di rilevanza storica che ancora nutre gli interpreti del crescente divario economico e sociale interno al nostro Paese. L'attualità connessa alla storia pertanto genera molteplici occasioni di riflessione che la nostra associazione trasformerà in incontri pubblici.
Nella fresca protezione della Sala Capitolare del Complesso di San Domenico, è Saverio Paletta che infiamma subito il dibattito, partendo dalle discussioni sull'Unità d'Italia degli ultimi anni, alimentate dalla notevole diffusione di alcuni scritti sui fenomeni più tragici per il Mezzogiorno "riunito" al Regno dei Savoia. Brigantaggio ed eccidi, finanze depredate, sviluppo compromesso in modo irreversibile, inferiorità sociale e culturale imposti da una Unità nazionale frutto di pura e semplice strategia militare. Il giornalista cosentino si concentra su alcuni terribili fatti di quegli anni (1861-1865), raccontati in pubblicazioni di recente successo editoriale, che in diversi suoi articoli aveva provveduto con rigore scientifico a sgonfiare e ridimensionare, senza per questo evitare forti polemiche con gli autori di quei libri. Paletta è chiaro: l'esaltazione di notizie e fatti messi insieme senza un corretto utilizzo di fonti archivistiche ufficiali ha deviato l'opinione pubblica su aspetti alla fine marginali, rispetto all'importanza complessiva della nascita del Regno d'Italia e quindi di una unità nazionale, i cui benefici del lungo periodo sono stati maggiori rispetto ai sacrifici. Che ci sia stata un forma di guerra civile è fatto che comunque tutti danno per acquisito alla storia.
L'evoluzione del "terronismo" e del razzismo antimeridionale è stata indotta anche da quelle pubblicazioni volte alle vendite più che alla qualità degli scritti - ha poi proseguito Giancarlo Costabile - così contribuendo alla diffusione di visioni ancor più pessimistiche e negative per il Sud. Ma per il docente Unical - impegnato nella pedagogia dell'antimafia, attivo con Libera di don Ciotti - è chiaro che il Risorgimento, quale insieme di vicende non incentrate sulla partecipazione rivoluzionaria concreta delle masse popolari e contadine, non ha realizzato quella liberazione effettiva dai poteri di tipo feudale che i Borbone avevano tutto sommato tenuto in vita. Anzi, partendo dalle considerazioni di Gramsci, Costabile dice chiaramente che la congiunzione delle élites del Nord con quelle locali, ha avuto bisogno - per questione di ordine e tenuta delle istituzioni - dell'apporto di tutti quei gruppi non troppo diversi dalle moderne mafie.
Il rischio di una mancanza di riferimenti culturali locali, ha poi rilevato Luciana De Rose, ci fa perdere anche di vista l'esigenza di connettere il nostro territorio ai contesti nazionali e internazionali. L'antichista e storica dell'Unical cita alcuni saggi sui viaggiatori dell'Ottocento e gli scritti di autori che descrivevano con meraviglia e stupore la bellezza e la purezza della Calabria.
Nello spirito voluto dall'associazione, per la costruzione di momenti di condivisione e riflessione che rappresentino dei veri momenti culturali, continua a essere fondamentale la partecipazione attiva del pubblico. Così è stato, con gli interventi di Mario Perfetti, Primario di Patologia Clinica, studioso del Regno delle Due Sicilie, storico e scrittore e Fedele Sirianni, ferroviere di lungo corso e tradizione, studioso e storico delle Ferrovie, scrittore; entrambi portatori di quella voce critica e non rassicurante sulla effettiva importanza del Risorgimento. Mario Perfetti ha insisto sul rigore delle fonti e sulla necessità di comparare il prima e il dopo l'Unità, proprio per comprendere quanto il Sud abbia perduto. Per Fedele Sirianni la questione è poco da discutere: il Risorgimento per il Mezzogiorno non si è mai realizzato, a partire dalla dotazione di tratti di ferrovia.
Nelle conclusioni di Michele Arnoni una domanda: Il Risorgimento e l'unificazione nazionale sono compiuti? E' possibile ad esempio considerare Giovanni Falcone come uno degli ultimi martiri nazionali? Un precursore del necessario sviluppo del Sud quanto a libertà e legalità? Mentre a livello europeo, quanto può essere oggi importante favorire unificazione e non divisioni e chiusure? Domande aperte anche per il prosieguo nei prossimi incontri...
Il nostro pomeriggio culturale ha goduto della partecipazione di Flavia Salvagnoni, studente undicenne di violino al Conservatorio di Cosenza: tre brani eseguiti in modo eccellente hanno in momenti diversi addolcito la discussione e reso più piacevole lo stare insieme. La giovane musicista è figlia di Beppe Salvagnoni, progettista grafico,tra i fondatori della nostra associazione e autore delle nostre locandine.
Alcuni dei presenti con i relatori del convegno |