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Registrato e pubblicato il 4/01/2011

domenica 14 agosto 2011

Esempi di spreco e devalorizzazione sotto i nostri occhi: torniamo sull'ex Umberto I

Uno dei tesori nascosti che abbiamo l'obbligo di recuperare e rendere fruibile dal punto di vista turistico e culturale. Oppure utilizzare per spazi sociali e di accoglienza.
Il complesso dell'ex Umberto I sito nei pressi del Castello Svevo ( su cui CalabriaOra si soffermava in un approfondimento di qualche giorno fa) continua dalla sua invidiabile posizione ad ammonirci sulla progressiva perdita di identità subita dal capoluogo bruzio.
Non possiamo non insistere sullo strano silenzio che avvolge le amministrazioni locali riguardo quella struttura ed i relativi lavori di recupero iniziati anni fa e mai completati. A meno di non voler chiedere a qualche regista horror di girarvi i suoi films, è lecito pretendere delle risposte precise e concludenti.
In una città che vuole definirsi moderna e sostenibile non possono esistere strazi di quel genere, fatti di degrado e di poca trasparenza verso i cittadini.
L'abbiamo già pubblicamente chiesto mesi fa, attraverso tv e giornali, ci siamo recati all'interno di quella struttura e visto con i nostri occhi; ma ora vorremo davvero sapere cosa intendono fare, Comune e Provincia, di quel complesso, e quanti soldi vi sono già stati inutilmente e forse malamente investiti. Pretendere soluzioni immediate è impossibile, ma comprendere quali progetti e obiettivi sono messi in cantiere oltre le chiacchiere è doveroso.
La Calabria, protagonista in Italia per le opere incompiute e l'abbandono di siti storici come quello, deve intraprendere una strada diversa sul suo patrimonio artistico-culturale, deve puntare con professionalità e linfa giovanile sulla sua storia, sulle tradizioni e sulle testimonianze di un passato formato da culture diverse, da lasciti maestosi di imperi, regni e personaggi di rilievo internazionale. La Calabria non è solo mare e monti.
E' una delle sfide che ci impone una modernità basata sul consumismo e sui privilegi di pochi, mentre la crisi in tutti i settori impone di valorizzare al massimo l'esistente e ridare consistenza ad un tessuto sociale disgregato, in cui le nuove generazioni hanno poche possibilità. Peraltro il numero dei beni culturali pubblici in pericolo è in tutta Italia elevatissimo. Ma altrove si cerca al meglio di stimolare e coinvolgere, ad esempio, i privati, con cessioni finalizzate e creazione di attrattiva turistica. La nuova giunta comunale sta affrontando con determinazione numerosi problemi atavici che affliggono Cosenza, tra i quali vorremmo si inserisse quella ferita aperta che domina la città e la nostra coscienza. Michele Arnoni
(un video che riprende le nostre segnalazioni : http://www.youtube.com/watch?v=OYoeW6UDJp8)


(il chiostro dell'ex convento, poi ricovero per anziani)

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