Nella bellissima e austera cornice del Complesso Museale di San Domenico si è svolto il primo degli incontri curati dall'associazione culturale "L'Atene della Calabria", dedicati alla città di Cosenza tra passato e futuro.
Il chiostro di San Domenico |
Il luogo dell'incontro - ha esordito Francesca Cannataro - è fortemente rappresentativo della congiunzione fra la tradizione storica e la modernità espressa con le nuove scelte urbanistiche dei primi del '900, per cui il nostro sguardo deve sempre rimanere attento sulle esigenze dell'abitato storico, del nostro patrimonio culturale e dei valori che le vecchie generazioni con sacrificio hanno praticato per il bene comune. La giornalista cosentina che ha moderato l'incontro - oggi Ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito - ha collaborato a importanti attività di restauro e conservazione di beni architettonici per la città di Cosenza e lavorato a inchieste giornalistiche dedicate alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale.
Francesca Cannataro, Alfredo Salzano e Michele Arnoni |
Nel ricordare la figura di Fortunato Tommaso Arnoni, interprete e realizzatore principale di una delicata fase della storia locale e nazionale, Michele Arnoni (avvocato cosentino, classe '74 e autore del libro "Il podestà - ritratto di F.T. Arnoni e del suo tempo" reperibile presso la Mondadori di Cosenza ) ha evidenziato la valenza delle trasformazioni politiche e sociali rispetto alla formazione e le capacità del ceto politico dei primi del secolo scorso. La crisi politica e finanziaria del Comune, le lotte ideologiche dei primi del '900 che rivelarono le difficoltà di rinnovare una classe politica ormai poco capace di prendersi le proprie responsabilità, temprarono la volontà di un giovane F. Tommaso Arnoni, forte delle sue esperienze professionali e amministrative vicino ai bisogni della popolazione (nella commissione provinciale assistenza e beneficenza dal 1904 e poi come presidente degli stabilimenti di assistenza dal 1916 al 1943). Come non molti altri politici seppe mantenere dirittura morale e spirito realizzatore in tutti gli uffici affidatigli nel corso degli anni. Proprio negli enti più attenzionati dalle riforme iniziate da Crispi e Giolitti, perché era lì che si annidavano corruzione e sperperi (come nel settore dei lavori pubblici), il Deputato vicino alla vecchia tradizione radicale e liberale (dal 1919 al 1938), commissario prefettizio e podestà dal 1924, ha dedicato molta parte della sua vita affinché gli interventi più significativi coniugassero valenza sociale, risparmio economico, solidità e bellezza. Nell'affacciarsi del potere di Mussolini e Bianchi, nella sua città ricca di oppositori, seppe prendersi la responsabilità di gestire il Comune, pur potendo scegliere - come tanti - di rimanere alla finestra continuando in una promettente e brillante carriera professionale.
Il Rione Bianchi, nel 1928 |
Il primo getto d'acqua dal Merone, nel 1932 |
Fulvio Terzi e alcuni ospiti |
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